Era una delle serate che si preannunciava più toccante e carica di commozione. Ieri sera la compositrice Silvia Colasanti ha presentato, in anteprima mondiale al Festival dei Due Mondi di Spoleto, il suo Requiem dedicato ai terremotati del Centro Italia.
Stringeranno nei pugni una cometa è il titolo del lavoro, tratto da un verso di Dylan Thomas, che si articola con una struttura oratoriale. I personaggi che raccontano il dramma - «Cuore ridotto in cenere», «Coro di chi non dubita», «Respiro della terra» e «La dubitante» - sono affidati rispettivamente al mezzosoprano Monica Bacelli, all’International Opera Choir, al bandoneonista Richard Galliano e alla voce recitante, affidata alla stessa poetessa e scrittrice. Le voci dei personaggi (in latino i testi del mezzosoprano e del coro) si sono alternate tra loro dialogando con l’orchestra. Un canto di congedo ai morti del terremoto, Ma anche un canto di speranza e di ringraziamento. Al termine del requiem è stato il bandoneon solista a personificare un desiderio di rinascita, che è richiesta di perdono per la piccolezza umana e canto di ringraziamento alla terra e al cielo: con la pietà, l’ardore e la dolcezza di cui il rito laico di musica e poesia sono capaci. I, requiem dedicato alle vittime del terremoto, oltre ad essere espresso con il linguaggio della musica e del suono, si è materializzato anche attraverso il lavoro del pittore Vincenzo Scolamiero al quale, dopo un incontro casuale ma illuminante con le sue opere, Silvia Colasanti ha commissionato all’artista la creazione della veste grafica del suo Requiem. Ne è nata una serie di lavori su carta che sono ritmici ed evocativi, come tutta la sua pittura, ma anche tellurici e con elementi di novità in cui l’artista cerca di dare immagine alle parole di Gualtieri e alle note di Colasanti.