Fase 2, Prisco: «Umbria danneggiata dalle incertezze del Governo»

"L'Umbria ha oggi le stesse condizioni sanitarie ed epidemiologiche che aveva il 4 maggio: poteva quindi riaprire già in quell'occasione, ma secondo il ministro Boccia e il presidente Conte questo non era possibile per l'assenza di protocolli di sicurezza e delle linee guida Inail. Così aveva scritto l'8 maggio ai Presidenti delle Regioni. Ora però, Il Governo afferma che si può aprire dal 18 maggio, anche se tuttora mancano quelle stesse linee guida allora invocate. Il suo bluff, quindi, è venuto alla luce e viene da chiedersi costa stia facendo la task force di 500 esperti, Inail e tecnici dei Ministero che dovrebbero dipanare la matassa dei protocolli da attuare per i vari negozi e attività commerciali. Per questo ieri abbiamo proposto, insieme al al capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida, una interrogazione per chiarire la questione. Siamo di fronte a scelte non fatte che costeranno punti di Pil all'Umbria così come al resto d’Italia. Oggi la necessità e’ di aperture diversificate in Regioni, come l'Umbria, che potevano ripartire sin dalla scorsa settimana". E' quanto dichiara Emanuele Prisco, deputato umbro di Fratelli d'Italia commentando l’esito della conferenza Stato Regioni di ieri.
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