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    Aborto farmacologico anche senza ricovero: e' quanto previsto dalle nuove linee di indirizzo emanate dal Ministero della Salute, col parere positivo del Consiglio Superiore di Sanità. In questa maniera si potrà lasciare la struttura ospedaliera dopo 30 minuti dall’assunzione della pillola Ru486, senza alcun obbligo di ricovero di tre giorni come era previsto dalla Giunta Regionale. «Oggi, anche grazie alla straordinaria mobilitazione partita da Perugia, possiamo incassare un primo importante risultato, ma il nostro impegno continuerà fino alla piena applicazione della legge 194». Così in una nota Barbara Mischianti, segretaria regionale della Cgil dell’Umbria, commenta l’annuncio da parte del ministro Roberto Speranza, dell’aggiornamento delle linee guida sulla somministrazione della pillola abortiva Ru486 che potrà avvenire senza alcun bisogno di ricovero e fino a nove settimane di gestazione (anziché sette).

Aborto farmacologico: arriva l'ok del ministro Speranza dopo il parere positivo del Consiglio superiore di Sanità

Aborto farmacologico anche senza ricovero: e' quanto previsto dalle nuove linee di indirizzo emanate dal Ministero della Salute, col parere positivo del Consiglio Superiore di Sanità.  In questa maniera si potrà lasciare la struttura ospedaliera dopo 30 minuti dall’assunzione della pillola Ru486, senza alcun obbligo di ricovero di tre giorni come invece era previsto dalla Giunta Regionale dell'Umbria. «Oggi, anche grazie alla straordinaria mobilitazione partita da Perugia, possiamo incassare un primo importante risultato, ma il nostro impegno continuerà fino alla piena applicazione della legge 194».  Così in una nota Barbara Mischianti, segretaria regionale della Cgil dell’Umbria, commenta l’annuncio da parte del ministro Roberto Speranza, dell’aggiornamento delle linee guida sulla della pillola abortiva Ru486.
“Ora la Regione Umbria deve immediatamente cancellare la delibera liberticida che costringe le donne al ricovero di tre giorni e provvedere ad applicare le direttive che arrivano dal Consiglio superiore di sanità - continua Mischianti - ma questo da solo non è sufficiente. C’è bisogno di potenziare i consultori e i servizi territoriali, di garantire contraccezione gratuita (come prevista dalla legge 194), così come di regolare il fenomeno dell’obiezione di coscienza dei medici, per far sì che un giusto intervento normativo non resti solo sulla carta”.
“Intanto, però - conclude Mischianti - abbiamo avuto ancora una volta la dimostrazione che la lotta delle donne, unite per i propri diritti, è uno strumento potente capace di raggiungere i suoi obiettivi”.
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