VIDEO - SERVIZIO DI ELENA BALALRANI
L’entrata in vigore a partire dal 22 aprile 2023 del regolamento regionale n° 2 del 2022, che rivede “in meglio” gli standard di assistenza socio sanitaria per le strutture extraospedaliere territoriali, ma non prevede le necessarie risorse economiche per remunerare gli standard stessi, rischia di rendere nero il futuro del welfare in Umbria. La denuncia è stata lanciata stamattina dai sindacati FP Cgil Umbria, Fisascat Cisl Umbria e Uil Fpl Umbria, nel corso di un presidio organizzato all'ingresso della struttura per disabili “Il Bucaneve” di Perugia, luogo emblematico della tipologia di servizi che rischia di entrare in crisi se non saranno garantite le risorse per far funzionare il sistema. “L’andamento demografico della popolazione umbra, le conseguenze del post covid e le dinamiche socio economiche incidono pesantemente sui bisogni sociali dei cittadini umbri – hanno spiegato Michele Agnani (Fp Cgil), Valerio Natili (Fisascat Cisl) e Monica Di Angelo (Uil Fpl) - le prospettive prossime future ci disegnano un quadro in cui il bisogno di assistenza sarà ancora maggiore”. Infatti, con una popolazione di 859.572 residenti, di cui 228.082 sono over 65, e un indice di vecchiaia che è arrivato al 223,1, la società umbra (con una età media di 47,7 anni) ha tutti i presupposti per determinare un aumento dei bisogni. In tale scenario, la Regione Umbria, secondo i sindacati, si sta muovendo con iniziative a spot, senza una visione di insieme che sia in grado di affrontare le criticità attuali e quelle prossime future: “L’assenza di un confronto con le parti sociali ci impone di lanciare un grido di allarme a tutela degli utenti – hanno detto Agnani, Natili e Di Angelo - ma anche e soprattutto, visto il nostro ruolo, del personale che quotidianamente garantisce gli attuali servizi”. Sono circa 9.000, infatti, gli addetti che operano nel settore, la maggior parte dei quali soci lavoratori delle tante cooperative sociali attive in Umbria, lavoratori e lavoratrici periodicamente sottoposti a cambi di appalto che rimettono sempre in discussione le professionalità acquisite ed i livelli salariali”. “Gare di appalto – hanno aggiunto Cgil, Cisl e Uil - in cui si sperimentano sempre nuove formule per nascondere l’assegnazione del servizio a chi offre il massimo ribasso, gare di appalto in cui, a parità di risorse economiche messe a disposizione dal sistema pubblico, il bisogno di servizi è aumentato, gare di appalto in cui alla fine il servizio è pagato da chi nel servizio ci lavora”. Qui si innesta il nuovo regolamento senza risorse adeguate: “Assistiamo ancora una volta ad interventi non concertati con le parti sociali la cui entrata in vigore rischia di mettere in crisi tutto il sistema regionale, sia per quanto concerne l’accreditamento di chi eroga i servizi, sia per quanto riguarda le professionalità coinvolte nei servizi stessi”. Fp Cgil Umbria, Fisascat Cisl Umbria e Uil FPL dopo aver più volte richiesto una convocazione all’assessore alla salute e politiche sociali Luca Coletto sono a rivendicare l’apertura di un tavolo di confronto nel quale poter affrontare le criticità del settore e delineare un modello di welfare in grado di affrontare le criticità del momento e quelle prossime venture.